REFERENDUM TRIVELLE

“Fonti fossili roba vecchia, serve una svolta”

A tre settimane dal referendum del 17 aprile, gli italiani sembrano ancora poco interessati e ancor meno informati sull’oggetto del voto. I sondaggi però dicono una cosa interessante. Quelli che sanno sanno dell’esistenza del referendum e ne conoscono il contenuto sono ancora pochi. Ma, una volta informati, non hanno dubbi: voterebbero sì. Per questo l’informazione sui contenuti, il dibattito, il confronto delle idee restano fondamentali. Nonostante la scarsa attenzione dei media, almeno quelli più diffusi, quelli che arrivano nelle case della maggior parte dei cittadini. C’è l’ostacolo dell’apparente difficoltà del quesito e della materia certamente di non immediata comprensione. Il voto del 17 aprile riguarda la durata delle concessioni per le trivellazioni in mare entro le 12 miglia (circa 20 kilometri, le cosiddette acque contigue). Si vuole che una volta scaduta la concessione l’attività estrattiva venga abbandonata? Allora bisogna votare Sì. Al contrario, chi vuole che la concessione prosegua senza un termine, fino a che il giacimento non si esaurisce, deve votare No.
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